In psicologia, cosa, se le domande sono talvolta usate per ritrarre i problemi da una prospettiva diversa. Come procedete e come si possono applicare correttamente tali questioni?

Che cosa-se le domande sono parte della terapia comportamentale cognitiva. Si tratta di mettere in discussione certi pensieri e credenze e quindi trasmettere una nuova prospettiva.

Domande come metodo di terapia in psicologia

In psicologia, si parla spesso di cosiddetti schemi cognitivi. Sono convinzioni interiori o modi di interpretare, che possono plasmare il pensiero di una persona. Per esempio, un simile schema può essere quello di credere che nessuno vi piaccia.

Questa convinzione porta poi al fatto che ciò che è stato sperimentato viene spesso interpretato in relazione a questo regime. Quindi qualcuno sarebbe convinto che nessuno gli piace, che qualsiasi comportamento ostile degli altri è dovuto all’avversione nei suoi confronti.

Le spiegazioni alternative per il comportamento altrui (ad esempio stress, problemi con il capo ecc.) non sono incluse in queste considerazioni. Questa visione piuttosto negativa ha anche un effetto sui propri sentimenti, perché chi percepisce se stesso come non amato vedrà il mondo piuttosto ostile e quindi tende ad essere espulso.

La psicologia può anche ristrutturare questi schemi con le domande what-if e stimolare la riflessione. Tali domande aiutano quindi le persone interessate a scoprire che le loro convinzioni sono sbagliate o almeno non sempre vere. Così, anche i sentimenti negativi associati a credenze disfunzionali possono essere cambiati.

Quali sono le domande che ti fanno riflettere

Per testare credenze molto generalizzanti, si cercano esempi che parlino a favore o contro gli schemi o addirittura simulino situazioni ipotetiche. L’obiettivo è far sapere all’interessato che le sue ipotesi non sono sempre corrette.

In psicologia, per esempio, ci si potrebbe chiedere come l’altra persona si renda conto che a suo parere non gli piace, quindi quali segni o comportamenti ci sono lì che si possono vedere. Ma sarebbe anche sensato chiedere che cosa si può vedere, che c’ è qualcuno che ti piace e come questa persona si comporterebbe.

Questo può essere usato per costruire due casi tipici: l’azione positiva di una persona che si comporta in modo amichevole e il comportamento negativo di una persona che si comporta piuttosto negativamente. Entrambi sono definiti sulla base di criteri specifici, che consentono di identificare il comportamento esistente. E’ anche possibile discutere le varie ragioni per cui altri possono comportarsi diversamente.

Si possono poi aggiungere esempi concreti. In psicologia, quindi, è possibile determinare quale dei criteri di cordialità o di rifiuto si applica a persone diverse. L’obiettivo sarebbe quello di dimostrare che ci sono molte persone che hanno alcuni criteri positivi e alcuni negativi e che ci sono molte ragioni per un certo comportamento. Queste domande permettono di riconoscere che il proprio giudizio generale (“Nessuno mi piace”) di solito non è corretto.