A prima vista, sembrerebbe fondamentalmente sbagliato, per non dire riprovevole, considerare l’ agricoltura industriale di fabbrica di per sé positiva. Ma – e permettetemi di dirlo anche in questo contesto – non è caratterizzato solo da molti svantaggi, ma ha anche qualcosa per se stesso. Cos’ è “pro” e cos’ è “contro” nell’ agricoltura industriale industriale?

Zootecnica industriale su larga scala

Ogni volta che si tratta di allevamento industriale su larga scala, gli spiriti rapidamente bollire. Come in passato, infatti, questa sistemazione o custodia degli esseri viventi completamente funzionale è ancora descritta come estremamente riprovevole.

Si parla spesso persino di crudeltà animale in questo contesto. Si tratta di un aspetto che purtroppo non può essere respinto in molti paesi, non solo in Italia.

Il fatto è, tuttavia, che per quanto riguarda l’agricoltura industriale di fabbrica, non esistono solo aspetti “contra”, ma piuttosto “pro-argomentazioni”. Tuttavia, questi sono difficilmente riscontrabili da parte degli animali – e lo si può giustamente affermare -.

I pro e i contro dell’agricoltura industriale – gli alcolici differiscono tra loro

Nei media, immagini e notizie di animali torturati o danneggiati dall’allevamento industriale fanno ripetutamente il giro dei media. Polli con piume quasi completamente spennate, vacche ferite, maiali completamente sporchi e malati – la lista è infinita.

Tuttavia, sembra che alcune di queste immagini crudeli non rimangano troppo a lungo nelle menti dei consumatori, in quanto l’industria e l’agricoltura, che si affidano all’allevamento industriale su larga scala, non possono lamentarsi della mancanza di fatturato.

E così un “pro” in questo senso è soprattutto nel settore finanziario. Ciò è dovuto al fatto che non solo gli operatori stessi beneficiano di risparmi elevati sui costi grazie ai costi relativamente bassi degli alloggi, ma anche i consumatori sono soddisfatti dei bassi costi dei prodotti e della grande varietà di prodotti.

Mentre l’agricoltore biologico, ad esempio, deve disporre di locali molto più grandi per garantire che i suoi animali siano tenuti in modo adeguato alle specie, l’agricoltore industriale è in grado di fornire le condizioni adatte per le stalle o le stalle più piccole. In questo modo è possibile investire i fondi risparmiati nei padiglioni direttamente in altre aree.

Ad esempio, in campo medico, dove questo è un grande “contra” nell’allevamento industriale degli animali. Troppo spesso gli animali – che in questo settore sono generalmente definiti “prodotti” – ricevono i mangimi e gli scarti industriali più economici. È un dato di fatto che si ammalano, hanno disturbi comportamentali o addirittura malformazioni. Di conseguenza, la percentuale di antibiotici e di altri medicinali è di conseguenza elevata per compensare tale deficit il più rapidamente possibile.

Dopotutto, il consumatore vuole avere quanta più carne possibile quanto prima e – come già detto – al prezzo più vantaggioso possibile. Un circolo vizioso dal quale non c’ è quasi nessuna fuga per gli animali.

Anche se, per citare un altro “pro”, l’allevamento industriale è generalmente più igienico (per prevenire le malattie anche in questo modo), questa “pulizia senza batteri” va a discapito degli animali.

Quando vacche, suini, polli e co. senza paglia o simili (come lettiera), solo per evitare contaminazioni e rendere più efficiente la pulizia delle stalle, ci si allontana dalla zootecnia più adatta alla specie.