La vendita di una casa è possibile solo con un passaporto energetico se il potenziale acquirente o locatario lo desidera. Un passaporto energetico deve rendere trasparente per i potenziali clienti quali oggetti sono a risparmio energetico e quali non sono più allo stato dell’ arte. Oggigiorno, nei piccoli oggetti si possono emettere solo i cosiddetti certificati di domanda, che calcolano teoricamente il fabbisogno energetico di un oggetto. Il più economico certificato di consumo, che è stato creato semplicemente sulla base delle ultime bollette, è stato possibile solo per tali case con una mostra fino al 1 ° ottobre 2008.

Funzione e forma di base del certificato di prestazione energetica

Un passaporto energetico descrive il consumo di energia primaria di un edificio, ossia l’energia necessaria per garantire il riscaldamento e la produzione di acqua calda. Questa domanda è espressa in kWh per metro quadrato e quindi su una scala che mostra l’efficienza energetica dell’edificio. Il certificato energetico è valido 10 anni dopo il rilascio. L’acquirente o il locatario deve essere in grado di riconoscere immediatamente, sulla base di questo documento di identificazione, quali costi energetici gli verranno addebitati durante la vendita o l’affitto di una casa.

Per i venditori di appartamenti o case, il certificato di prestazione energetica è diventato obbligatorio in virtù dell’ordinanza sul risparmio energetico. L’ultima versione di questo regolamento, abbreviata EnEV, è quella del 2009, in base alla quale l’attestato di certificazione energetica deve essere presentato per la vendita o il noleggio. Il mancato rispetto del presente regolamento può comportare ammende.

Indipendentemente da ciò, in genere non è consigliabile cercare di “parlare con un acquirente sulla base di un attestato di certificazione energetica”, in quanto ciò suscita solo il sospetto che l’edificio non sia energeticamente presentabile. Tuttavia, vi sono anche eccezioni che consentono edifici senza certificato energetico. Questi sono ad esempio:   edifici con meno di 50 metri quadrati,   monumenti, edifici temporanei,   laboratori.

Va notato che il passaporto energetico e il certificato di prestazione energetica descrivono la stessa cosa, ma il termine “certificato di prestazione energetica” è utilizzato nell’ordinanza e pertanto sopprime sempre più il vecchio termine “certificato di prestazione energetica”.

Tuttavia, non era chiaro quando si dovesse rilasciare il certificato energetico. L’EnEV richiede la presentazione immediata di un attestato di prestazione energetica, ma ciò non chiarisce se una richiesta di tale attestato sia sufficiente solo su richiesta dell’acquirente o se un attestato di prestazione energetica debba già essere disponibile con la prima offerta di vendita.

Quale certificato energetico per la vendita di casa?

Salvo poche eccezioni, per un intero edificio viene rilasciato un certificato di prestazione energetica. Un certificato energetico può essere rilasciato solo per una parte dell’edificio se l’uso misto è effettuato in aree non adibite ad uso residenziale. Ciò significa che il proprietario di un condominio ha diritto a un certificato energetico rilasciato dai suoi comproprietari o che un proprietario unico deve richiedere personalmente un certificato energetico.

Secondo l’EnEV, si presume che i certificati di domanda siano normalmente rilasciati. In pratica, tuttavia, è più economico richiedere un certificato di consumo.

L’attestato di prestazione energetica orientato alla domanda calcola il fabbisogno energetico dell’edificio in base alle condizioni normali di impiantistica e materiali da costruzione. Ciò significa che non viene addebitato alcun comportamento personale dei residenti e quindi il certificato obbligatorio è più universalmente applicabile. Questa indicazione è obbligatoria per gli edifici di nuova costruzione, retrospettiva, drastica modernizzazione e trasformazione di edifici esistenti, tutti gli oggetti che non possono ricevere un certificato di consumo.

Il certificato energetico orientato al consumo determina il consumo effettivo di energia di un oggetto in base ai costi energetici di almeno tre anni precedenti. A causa del comportamento individuale dell’utente e delle condizioni meteorologiche nel tempo in esame, un certificato di consumo non descrive oggettivamente il fabbisogno energetico. Dal 1o ottobre 2008, un certificato di consumo è consentito solo a determinate condizioni, vale a dire per un oggetto che ha non meno di 5 appartamenti e la cui domanda di costruzione non è stata presentata prima del 1o novembre 1977 o per un oggetto che è costituito da meno di 5 appartamenti e la cui domanda di costruzione è stata presentata prima del 1o novembre 1977, ma che era già conforme all’ordinanza sull’isolamento termico del 1977 o che ora corrisponde al completamento della domanda di costruzione prima del 1o novembre 1977.

I vecchi certificati di consumo, tuttavia, rimangono validi per un intero periodo di 10 anni e non devono essere rinnovati quando si vende la casa.

I certificati di energia sono normalmente rilasciati da: spazzacaminieri, termotecnici, tecnici di misura, architetti e ingegneri civili.